Speleo Club Ribaldone - Genova

Gruppo speleologico fondato nel 1970

09/05/2015: Grotta degli Alzabecchi

"Esistono due tipi di persone: quelli che ascoltano una canzone una volta e poi non vogliono più sentirla e quelli che l'ascolterebbero per tutta la giornata." Tommaso Pedrazzi detto Tommy


Sulle note di Janis Joplin (che ci è costata 10 euro di colazione in tre) partiamo per quest'avventura con un condottiero in meno: Chio, l'eroe, che quel giorno ha dovuto combattere altro genere di battaglie.

Ma l'antica grotta andava armata in salvo...
Comodo avvicinamento con fuoristrada parcheggiato dal traliccio, ad una ventina di metri dall'ingresso (il genere di comodità di un carro bestiame).
Ricontrolliamo i sacchi, ci cambiamo ed entriamo intorno alle 10, dopo esserci adeguatamente unti di Autan contro le zecchedellammerda.

R: armo, Tom ricontrolla nodi e ghiere, Francesca, Alberto e Valentina seguono.
Sorpresa: la 20 che dovevamo usare per scendere il primo pozzetto è lesionata. Tiro un paio di martellate per segnare la lesione (facendo schizzare qualche pezzo di concrezione) e mi rassegno ad mettere la 35 che si sarebbe dovuta usare per raggiungere il fondo.
Procedo poi ad armare il meandrino e quindi i saltini fino al terrazzino con la colonna da dove parte il pozzo della cascata.
Mentre gli altri si fermano per una pausa the, inizio ad armare la via frazionata. Questa volta senza volare dal terrazzino che m'insegnò che le corde reggono le cadute. Arrivo fino all'ultimo terrazzino prima del fondo, poi risalgo per chiamare gli altri ed iniziare a farli scendere.
Mi fermo sul terrazzino immediatamente sotto a quello della colonna e fa passare tutti.

F: Orride creature si celano nell'oscurità e la discesa è ricca di pathos grazie ad un paio di "pietra!". Nella grotta scorre un rigagnolo che accompagna la nostra discesa col suo scrosciare amplificato lungo ogni parete. Non ha una portata rilevante, tuttavia è sufficiente a far battere i denti a Tom e me in attesa degli altri sul terrazzino prima del salto per il fondo. Mentre improvvisiamo balletti per scaldarci, un incontrovertibile ammonimento ci giunge dall'alto: "PIETRA!".
... Ma quello che sonoramente batte sulla roccia non ha il suono sordo di una pietra. Cade di 40 metri in 40, senza colpirci, e viene risucchiato nelle immonde oscurità dell'ultimo pozzo.
Rocca: "Mi è caduto il discensore. Capita."

R: Mentre passa Alberto, inizia a montare il discensore e "ZAC", la ghiera del fottuto triact si chiude di scatto facendomi volare il discensore giù dal pozzo. Alberto decide di interrompere la discesa, salire a farsi un the e passarmi il discensore.

Rocca scende sul penutlimo terrazzo, quello di sosta, e da qui si decide di risalire.
Rocca disarma mentre poco sopra si continua col magical The party.

La miracolosa uscita perviene alle ore 18.
R.I.P discensore.
In memoria del -chiudi e dimentica-, sempre caro ti fu quest'ermo Carpe (diem).

Partecipanti: Rocca Mani Di Pastafrolla, FrA, Tommy, Alberto, Vale (e Chio nel cuore)




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